È una sera di fine estate. Le giornate si sono rinfrescate e l’odore di pioggia aleggia nell’aria, l’asfalto del vialetto di casa è umido e tutto sembra immobile e ovattato.
Tra qualche giorno ricomincia la scuola, ma per ora siete nella vostra cameretta, la finestra aperta, la luce sul comodino accesa. Distesi sul letto tenete tra le mani l’ultimo numero di “Piccoli Brividi” che siete riusciti a farvi regalare con tanto impegno. Vi immergete nella lettura ed entrare in un mondo eccitante, spaventoso quanto basta per incoraggiarvi a leggere tutto d’un fiato.
Non vedete l’ora di parlare con i vostri amici dell’ultima storia che avete letto.
«A te ha fatto paura?»
Certo che no, nessuno deve ammettere di essersi spaventato!
“Piccoli Brividi”, di Robert Lawrence Stine, è stato un cult dell’infanzia di molti che quelli di una certa generazione non possono ricordare. Che si sia acquistato un numero in edicola, incuriositi dal titolo e dalle bellissime copertine di Tim Jacobus, che si sia letto un numero preso in prestito dal fratello o dal compagno di banco, siamo tutti stati catturati da quei mondi spaventosi ma sempre a misura di ragazzini che l’autore è riuscito a creare con tale maestria da renderla la serie di libri per ragazzi più venduta della storia.
“Brividini” è una lettera d’amore a quella serie e, ancor di più, alle sensazioni provate nel leggerla. Richiamando le grafiche del prodotto originale abbiamo cercato di dare un tocco personale al volume, rendendolo un ibrido tra un libro e un fumetto, alternando una parte in prosa e una illustrata. Una raccolta di dieci storie (nove a fumetti più la parte in prosa che li unisce) che, ci auguriamo, farà tornare tutti i lettori un po’ bambini.
E, mi raccomando, se vi spaventate non lo dite a nessuno!